Questo episodio esplora il tema del congedo di paternità. Le donne in età fertile che lavorano sono spesso caute rispetto al pensiero di fare figli, perché sanno che una volta rimaste incinte e messo al mondo il bambino, verranno percepite come la principale – o unica – persona che se ne occupa. Le donne sono spesso emarginate e ostacolate nel mondo del lavoro proprio perché l’accudimento dei figli è ancora visto come una prerogativa pressoché esclusivamente femminile.
Quel che potrebbe rovesciare questa situazione è un lungo, ben pagato congedo di paternità obbligatorio.
Alcuni politici stanno lavorando, in Italia, per cambiare la legge e aumentare la durata del congedo di paternità. La giornalista Eleonora Voltolina, fondatrice di The Why Wait Agenda, ne parla con Lia Quartapelle, una parlamentare del Partito Democratico che ha appena presentato alla Camera dei deputati una proposta di legge per introdurre un congedo di paternità obbligatorio di 3 mesi, pagato al 100%.
Il congedo di paternità non è previsto in tutti i Paesi, al momento; e anche quando c’è, è quasi ovunque molto più corto del congedo di maternità. In Italia per esempio sono previsti 10 giorni; in Svizzera due settimane. Ma ci sono Paesi – come la Francia, la Spagna, la Norvegia – in cui il congedo di paternità è molto più lungo.
Rendere più lungo il congedo di paternità «sarebbe la svolta», dice Quartapelle. E non sarebbe nemmeno così costoso: «Tra 1 miliardo e mezzo e due miliardi di euro all’anno, non 40! E’ fattibile, se c’è la volontà politica».
La domanda ora è: il nuovo Parlamento italiano e il nuovo governo, guidato per la prima volta da una donna di un partito di destra, appoggeranno questa proposta di legge?
E inoltre: gli italiani sono pronti ad sostenere veramente l’eguaglianza di genere, a cominciare dalla genitorialità condivisa?
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