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Eleonora Voltolina

La medicina riproduttiva non riesce ancora a battere la biologia: incontro con Jessica Hepburn

Aggiornamento: 5 giu 2023

Diventare genitori è prima di tutto una decisione da prendere. Una scelta. Ma che succede quando nella nostra mente e nel nostro cuore desideriamo un figlio, ma il nostro corpo... Non collabora? Quando si tratta di fertilità, volere non basta – scegliere non basta: solo l'85% delle coppie che hanno regolari rapporti sessuali senza prendere precauzioni riesce a concepire naturalmente entro un anno. Non meno di 25 milioni di persone sono affette da infertilità solo nell'Unione Europea.


L'ospite di questo episodio è Jessica Hepburn, autrice del libro autobiografico “The Pursuit of Motherhood” (“La ricerca della maternità”) e di “21 Miles: swimming in search of the meaning of motherhood” (“21 miglia: nuotando in cerca del significato della maternità”). I suoi libri – non disponibili purtroppo in italiano – focalizzano il bisogno di cominciare a parlare apertamente dello stigma dell'infertilità e delle fecondazioni in vitro fallite, di cui Hepburn ha un'esperienza diretta avendo fatto molti tentativi di fecondazione assistita, avuto aborti spontanei e anche una gravidanza extrauterina.

Non c'è stato un lieto fine per Jessica Hepburn: ecco perché la sua voce è differente, forse meno edulcorata di quella delle persone che solitamente parlano in pubblico di fertilità, ma onesta. Jessica Hepburn in qualche modo rappresenta tutti coloro che non sono stati e non saranno in grado di concepire, anche con tutto l'aiuto medico a disposizione oggi. Ed è la prova vivente che si può superare lo scoglio dell'infertilità non solo nel modo più ovvio – riuscendo a fare un bambino – ma anche trovando altri modi per colmare quel vuoto.


Hepburn è oggi una attivista e ambasciatrice per la fertilità: uno dei suoi obiettivi è quello di migliorare l'educazione alla fertilità nel Regno Unito. "Al momento, la medicina riproduttiva non è stata in grado di battere la biologia" dice a The Why Wait Agenda: "In futuro ci si potrebbe arrivare, ma la cosa più importante è che i giovani capiscano che non siamo ancora a quel punto".


Hepburn si batte anche per il diritto dei giovani di essere informati con accuratezza rispetto ai dati e alle sfumature della fertilità. Specialmente per le donne, è cruciale sapere che i 30-35 anni (l'età più comune a cui le donne mettono al mondo il primo figlio nei Paesi economicamente avanzati) non è "il momento migliore dal punto di vista biologico" per cominciare i tentativi di concepimento: "Non penso che ci sia nessun medico al mondo che direbbe che restare incinta quando si è sulla trentina sia biologicamente il momento migliore: non lo è" .


Negli anni, Jessica Hepburn è stata amministratrice fiduciaria dell'associazione Fertility Network UK; una consulente per i pazienti all'interno dell'HFEA, l'ente indipendente che nel Regno Unito regola i trattamenti per la fertilità; e ha fatto parte della Fertility Education Initiative. In questo episodio del podcast discute con Eleonora Voltolina, fondatrice di The Why Wait Agenda, l'enorme effetto dell'infertilità sulle relazioni, le difficoltà del sesso dopo un tentativo fallito di fecondazione assistita, la segretezza e vergogna troppo spesso ancora vissute da chi soffre di infertilità, e l'urgenza di aumentare la consapevolezza delle persone su questi argomenti.

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Questo articolo, come tutto il sito di The Why Wait Agenda, è stato prodotto dall'associazione Journalism for social change, un'organizzazione che crede in un giornalismo impegnato e partecipe, che possa dare tramite l'informazione un punto di vista laico e progressista sui temi della fertilità e della genitorialità e far evolvere la nostra società rispetto a queste tematiche. L'associazione, senza scopo di lucro, si sostiene anche grazie ai doni dei lettori: donando una somma, anche piccola, permetterete a questo progetto di crescere e di raggiungere i suoi obiettivi.

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